È davvero singolare come il Pd si stracci le vesti di fronte ad alcune varianti urbanistiche che presto saranno portate all’attenzione del Consiglio comunale. Altresì curioso che si avventurino in alcune considerazioni garibaldine nel descrivere l’attività che gli uffici stanno portando avanti. Purtroppo è noto il doppio-pesismo che la sinistra adotta in taluni casi, dimenticandosi che proprio quando il suo capogruppo governava questa città e faceva parte della commissione urbanistica, l’uso delle varianti anticipatorie è stato ben più spinto di quello che porteremo all’attenzione del Consiglio comunale. Qualcuno si ricorda ancora come è nato il Pis, meglio conosciuto come Maremà? Ebbene, proprio con una variante anticipatoria. Adesso invece vogliono puntare il dito su questa amministrazione, confondendo tempi e luoghi, sparandola grossa, non conoscendo la portata delle loro affermazioni. Quindi sgombriamo il campo dalla confusione e togliamo ogni equivoco, partendo proprio dalla parte più sconclusionata.
La variante urbanistica è uno strumento messo a disposizione dalla legge regionale Toscana n. 65/2014 al fine di correggere le storture e la vetustà degli strumenti urbanistici che troppo spesso hanno una lunghissima gestazione amministrativa e tendono ad essere non più in linea con le esigenze dei comuni nei quali operano. Il piano strutturale del comune di Grosseto è del 2006, il nostro regolamento urbanistico è stato adottato nel 2011 e approvato nel 2013: non vi è chi non sia in grado di comprendere come le esigenze della città siano cambiate negli ultimi anni. Questi strumenti urbanistici hanno già mostrato lacune che anche la sinistra ha inteso ritoccare in più occasioni. C’è di più: quando si parla di “svuotare il piano operativo” si denota una scarsa preparazione (e certo se ne sono accorti i grossetani, nei decenni) poiché parlare di 17 ettari a Grosseto è parlare di ben poca cosa rispetto a tutto il territorio comunale. Non vi sarà consumo di nuovo suolo e il dimensionamento non sarà stravolto, considerato che lo stesso Pd dovrebbe sapere che già ci sono state, a partire dal 3 luglio 2018, delle aree che sono decadute dalle previsioni urbanistiche vigenti e saranno ripianificate proprio con il nuovo piano operativo. Ad ogni buon conto, pare che agli anni ’60 sia rimasto proprio il Pd, non comprendendo che una media distribuzione (non più di 1500 mq, al pari di un super mercato) in via Scansanese non potrà mai mettere in crisi il commercio del centro storico. Eppure hanno partorito due centri commerciali nel corso della loro amministrazione, appena 10 anni fa. Mi chiedo, se ne sono dimenticati?
Al solito, si guarda la pagliuzza nell’occhio dell’altro ma non la trave nel proprio.
Ma veniamo per ordine. La zona del Casalone riguarderà un’area già posta all’interno dell’Utoe della città di Grosseto, già considerata area urbana, e non sarà dunque modificato il piano strutturale; non ci saranno 300 nuovi alloggi (ennesima bufala sensazionalistica, non si arriverà neppure a 200); il comune di Grosseto non solo introiterà milioni di euro di oneri di urbanizzazione da destinare in opere pubbliche (visto come ci è stata consegnata la città dal Pd), ma potrà acquisire al suo patrimonio aree importanti da poter destinare alla pianificazione con il nuovo strumento del piano operativo e riceverà notevoli opere pubbliche che i privati cederanno al Comune. Forse non si rendono conto che la città è cresciuta di oltre 3000 residenti negli ultimi 5 anni e alcune scelte urbanistiche partorite dal vecchio regolamento urbanistico dell’architetto Gorelli non sono mai partite. O forse non si rendono conto di quanto sviluppo economico genera un cantiere che apre i battenti e quanta occupazione vi è dietro l’edilizia, che vive un momento di difficoltà a livello nazionale. Questa amministrazione è vicina a coloro che vogliono investire nella nostra città e sostiene l’iniziativa privata di coloro che vogliono creare posti di lavoro e servizi al cittadino, come nel caso delle Residenze sanitarie assistite.
Al piano operativo – del quale avvieremo il procedimento entro novembre e come previsto dalla citata legge regionale che il Pd pare non conoscere – affideremo il compito di dare un contributo importante al rilancio della città che guarda al futuro, con tante fasi di partecipazione per i cittadini che vorranno contribuire a riscrivere la storia urbanistica di questa città. Una città che vuole stare al passo con i tempi e che vuole rialzare la testa dopo molti anni di immobilismo e di miopia politica.
Fabrizio Rossi, assessore all’Urbanistica